Nomisma lancia una piattaforma per i crediti deteriorati
Fonte: Il Sole 24 Ore
Obiettivo semplificare lo scambio di Npl e Utp, oggi a quota 330 miliardi in Italia ma pronti a salire nel post-Covid fino a 400 miliardi
Nomisma lancia in partnership con HRM Group e QBT Sagl, la piattaforma MatchNPE, start-up innovativa per lo sviluppo di prodotti e servizi ad alto contenuto tecnologico dedicati, in particolare, alla gestione delle dinamiche legate al processo di compravendita di crediti “distressed” quali le Non Performing Exposures (Npe): Non Performing Loans e Unlikely to Pay. La piattaforma nasce per agevolare l’incontro tra due o più parti per la conclusione di operazioni di cessione e acquisto di crediti.
Si rivolge a operatori di mercato – quali banche, società di finanziamenti e di credito al consumo, società di leasing, Sgr con fondi di credito, Investitori Istituzionali e così via.
«Sono previsti ulteriori servizi accessori, disponibili attraverso la medesima piattaforma, che consentono di determinare in una prima fase – mediante un procedimento di valorizzazione dei crediti – la base d’asta della compravendita così da favorire il miglior incontro tra domanda ed offerta; successivamente, il soggetto che si aggiudica il portafoglio può gestire, con modalità tecnologiche ed innovative, la migrazione dei dati e la contrattualistica correlata» recita un comunicato.
In un contesto di mercato in cui lo stock degli NPE in Italia ha superato i 330 miliardi di euro di cui 250 NPL e 80 di UTP), una cifra che potrebbe crescere fino a 400 miliardi nel post-Covid, MatchNPE può ampliare la dimensione della domanda nel mercato secondario, agevolando così l’afflusso di capitali da parte di nuove tipologie di players, sia a livello nazionale che locale, inclusi operatori del real estate.
«Match NPE nasce per favorire l’incontro tra domanda e offerta di crediti non performing con sottostante immobiliare – dice Luca Dondi, Amministratore Delegato di Nomisma -. Si tratta di un’opportunità sia per gli originator bancari sia per investitori e servicer che dopo aver fatto incetta di portafogli si trovano a dover fare i conti con piani di recupero che procedono a rilento».